L'Ultimo Giardino - opere di Alice Padovani





Ho sempre avuto poco tempismo per prenotare le vacanze estive a Febbraio, per telefonare a mia madre o per farmi una pensione privata. 
Arrivo sempre all'ultimo momento e godo poco delle cose belle, non che una pensione privata lo sia, ma una cosa di sicuro bella è la mostra “ L’Ultimo Giardino” dell’artista Alice Padovani presso l’Hangar Rosso Tiepido che è un puntino colorato nella zona industriale di Modena, un capannone tra i capannoni con un cuore pulsante arte e socialità.
Peccato essere arrivato nell'ultima ora dell’ultimo giorno di apertura.
Le pareti interne dell’Hangar hanno graffiti enormi, ne ricordo uno di corpi avvinghiati gli uni agli altri per non essere risucchiati da un buco nero poi però non ne ricordo altri (tornerò) perché tutta la mia attenzione si è incollata alle opere de “L’Ultimo Giardino”.
 Ero reduce dal primo pranzo invernale a base di tortellini e “ L’Ultimo Giardino” è stato il ripieno poetico di una giornata che mi ha saziato a pieno. 
Se ami la perfezione del tortellino, il suo essere pepita d’oro della gastronomia popolare non puoi non amare l’apparente semplicità delle opere di Alice Padovani che in una minuziosa raccolta di oggetti-ingredienti, solo in apparenza casuale, nel loro insieme sono essenza di una ricetta di ricordi, attimi, domande e sguardi futuri.
Nelle opere dell’Artista una natura viva e colorata di decine di piccoli oggetti della quotidianità si rinnova nel suo essere circolare nonostante la presenza quasi costante di un orologio rotto.
Fulcro di ogni opera è un insetto essiccato che ha scelto le teche colorate come suo ultimo rifugio e testimonia la passione per l’entomologia del padre dell’Artista la quale, allontanandosi dal rigore della ricerca scientifica, dà nuova vita alla conoscenza del padre; della serie quando i conflitti generazionali producono splendori.
Voltando l’angolo ( l’Hangar Rosso Tiepido ha una parete che divide lo spazio dell’esposizione) ecco “Solid”, un’installazione che sembra la mappa di una città post-atomica in cui il cardo piantato nel gesso forse sta sbocciando o forse  è immortalato nel suo ultimo istante di vita.
Le farfalle scintillanti sono risucchiate dal gesso o stanno spiccando il volo?
L’opera della Padovani è denuncia o archiviazione artistica?
Non lo so, è sicuramente emozione.
Mentre mi trascinano fuori ho il tempo di guardare “Rebuild Nature: Victoria Amazonica”, una ninfea di 150cm x 150cm composta da millemila cerchietti d’inchiostro che mi ricordano le file di “tondi” che facevo in prima elementare per imparare a scrivere. 
Millemila tondi tra loro unici, ognuno opera a se stante, finiti e separati ma che creano un disegno compiuto di cellule artistiche.
Ne è valsa la pena vedere “ L’Ultimo Giardino” e conoscere l’Hangar Rosso Tiepido dell’Associazione Culturale Rosso Tiepido.
Le opere della Padovani pongono domande ed emozionano e quando un libro, un’installazione o una persona ti portano altrove con la mente è un gran bel viaggiare, ti fa sentire vivo.

Guardate il sito www.alicepadovani.com perchè le mie foto non rendono la bellezza delle opere esposte.


































































































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